Il gatto fa suonare l’allarme: cosa fare?
Soluzioni e rimedi per il gatto che fa suonare l’allarme
Gli italiani sono un popolo che ama davvero gli animali: secondo una recente indagine, le famiglie ospiterebbero qualcosa come 65 milioni di piccoli amici. Gran parte di questo “esercito” è composto da pesci e uccelli, che solitamente vivono all’interno di piccoli ambienti come acquari e gabbiette, ma poi ci sono i gatti, che in questa classifica si posizionano davanti ai cani. I felini sono quindi presenti in tantissime case italiane: ma cosa succede quando si vuole installare un sistema di allarme? Può capitare che, una volta installato l’impianto di sicurezza, il gatto fa suonare l’allarme con i suoi movimenti: ecco cosa si può fare per evitare che accadano eventi di questo tipo.
Il gatto fa suonare l’allarme: quando avviene?
I sistemi di allarme sono composti da una serie di elementi. Tra i più importanti ci sono i sensori di movimento. Questi dispositivi, attraverso una tecnologia che può essere a infrarossi o a infrarossi e microonde, riescono a rilevare i movimenti che avvengono nella loro zona di copertura. Possono essere installati all’interno dei vari ambienti della casa, in modo da creare un impianto volumetrico, oppure in corrispondenza dell’accesso all’abitazione nella versione di sensori a tenda.
I gatti domestici spesso trascorrono lunghi momenti di sedentarietà: adorano poltrire e godere delle coccole dei loro padroni, ma a volte scatenano la loro voglia di gioco ed il loro istinto predatorio. In questi momenti il gatto può muoversi all’interno della casa o nei suoi paraggi ed il suo passaggio può essere rilevato dai sensori, che identificando il movimento come una minaccia, inviano il segnale alla centralina che fa scattare l’allarme. Ma per fortuna, grazie ai progressi tecnologici che negli ultimi anni hanno riguardato il settore della sicurezza, eventi del genere possono essere facilmente evitati con i sistemi più moderni.
Come evitare falsi allarmi generati dal gatto
Chi ha un allarme tradizionale e non ha intenzione di cambiarlo può ricorrere ad un semplice trucchetto per evitare i falsi allarmi generati dal gatto. Molto semplicemente, può disattivare i sensori che controllano l’ambiente in cui si trova l’animale. Questo stratagemma, per quanto semplice e tutto sommato efficace, presenta almeno un paio di criticità. Innanzi tutto, disattivando i sensori si lascia una parte della casa scoperta dalla protezione del sistema; e poi bisogna fare in modo che il gatto rimanga sempre all’interno dell’ambiente in cui si trovano i sensori disattivati. Non è certo l’opzione migliore per chi non vuole limitare l’esuberanza del suo amato felino!
Chi invece non ha ancora acquistato un sistema di allarme e ha un gatto in casa (ma lo stesso discorso vale anche per i cani) può optare per un impianto che sia in grado autonomamente di riconoscere i movimenti dell’animale, in modo da non rilevarli come minaccia e quindi di non far scattare l’allarme. Chi sceglie questa strada ha a disposizione due alternative. La prima è rappresentata dagli allarmi dotati di sensori di movimento pet immune. Questi dispositivi possono essere tarati per non considerare gli spostamenti di soggetti di altezza, peso e volume. Solitamente i valori di default permettono ai sensori di ignorare i movimenti al di sotto dei cinquanta centimetri dal suolo eseguiti da soggetti di peso non superiore ai 45 kg, ma, come detto, questi valori possono essere impostati dall’utente in base alle caratteristiche del suo animale domestico.
La seconda alternativa è rappresentata dai moderni sistemi di allarme dotati di intelligenza artificiale. Questi impianti sono in grado di effettuare delle analisi molto approfondite dei dati rilevati dai sensori e dalle telecamere e riescono ad identificare con esattezza tutti gli oggetti ed i soggetti presenti all’interno della stanza sorvegliata. Questa loro capacità gli permette di capire quali sono i movimenti che presentano un effettivo livello di pericolosità potenziale, ignorando così quei movimenti innocui (come quelli del gatto) che nei sistemi tradizionali avrebbero fatto scattare l’allarme.